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L’ EREMITA
Marco Ruini
Ci sono tanti microelementi, invisibili o a lungo inavvertiti, che possono frantumare senza preavviso la nostra vita di sempre. Lo suggerisce il romanzo L’eremita, come un uomo, nel cuore della più banale normalità, in una sera qualunque, senza che alcun evento davvero eclatante sia intervenuto a mettere in discussione il senso e la storia di tutta una vita, si trovi a dire Basta, e scelga di andarsene a vivere in montagna, immerso in un mondo arcaico di sentieri, boschi, animali, funghi, stelle alpine: lui solo, in comunione diretta e vitale con la natura.
Affiorano le tracce di un lungo percorso di ricerca in cui il protagonista cerca, con coraggio intellettuale e morale (o solo per insofferenza giunta al limite?), di affrontare i propri demoni, rifiutando il vuoto e la banalità ma anche la (fragile) sicurezza del conformismo per cercare
un’alternativa plausibile: una felicità fatta non di scariche adrenaliniche o di vertici sfiorati per un attimo, ma di sereno autocontrollo, di consapevole umanità, di equilibrio emotivo. E l’ha trovata, questa felicità, o almeno crede, cogliendo la vitalita della natura in una lettura profonda e simbolica di ogni suo elemento. Ma improvvisamente, a sconvolgere la pienezza di quell’approdo, arriva come un dono inatteso la bellezza di una repentina densità della vita. La ragazza, bella, sfrontata e giovane, gioca a ferire e a non farsi prendere, ma anche lo conduce ai frammenti di uno specchio dentro i quali il protagonista rivede in sequenza i punti dolenti del suo percorso. Attraverso la ricchezza del mito lei lo riporta alla necessità di quei nostri filtri mentali senza i quali il mondo si vede solo nella sua più grigia e squallida realtà. Senza le nostre proiezioni di fiducia il mondo è grigio, privo di colore e di senso.
Torna così nel protagonista, con il calore dei sensi e l’intensità della comunicazione, il riconoscimento sofferto e commosso di un suo vuoto d’affetti, di partecipazione sociale, il bisogno di una pienezza d’essere con gli altri. Tornano in primo piano gli amici, cari e lontani, a rispondere con un sì, ci siamo, accanto ai caprioli e alla vecchia quercia confidente.
Marco Ruini è nato a Novellara (RE). Laureato in Medicina e Chirurgia, specialista in Neurologia e in Neurochirurgia, è responsabile del Centro di Neuroscienza Anemos. E’ inoltre co-fondatore della Libera Università di Neuroscienze “Anemos” e dell’omonima Associazione Culturale e di Volontariato.